L'orizzonte delle nostre ambiguità

Ambientato in un contesto preciso, la citt?di Benevento, cui dedica riferimenti importanti a luoghi e monumenti che ne hanno segnato la storia, il libro racconta le vicende di una donna che si trova a compiere scelte decisive con la convinzione di essere in grado di gestirle, in virt?di un'etica che si ?costruita nel tempo e che ritiene incrollabile. Si render?conto, complice un incontro inaspettato, di quanto labile sia il confine tra integrit?e fragilit?e come anche i valori che riteneva inderogabili siano destinati a confrontarsi con il caso, che ne minaccia la fermezza, e con le passioni, da cui sembrava essere immune.

Il ruolo dei social ?fortemente presente e gioca una parte fondamentale per l'illusione che d?di poter vivere un tradimento senza sensi di colpa e senza inquietudini, almeno inizialmente.

L'incertezza nel fissare le linee della Dormiente del Sannio, con cui inizia e si chiude il romanzo, diventa la metafora dell'ambiguit?della natura umana e della vita stessa, laddove rimanda all'impossibilit?di definire con chiarezza i confini di un agire, di un sentire, di un volere che spesso sono frenati dalle convenzioni e dalla paura della riprovazione sociale e che si preferiscono vivere nel privato di una relazione che, finch?resta virtuale, ?vissuta con intensit?perch?apparentemente priva di macchie ma, quando tenta di concretizzarsi in rapporti fisici, si scontra inevitabilmente con il pudore verso se stessi, il rispetto dell'altro e, in generale, la possibilit?dello scacco.

Sullo sfondo, la quotidianit?di vite normali, le vicende di una cittadina di provincia, i sentimenti dietro la facciata, le difficolt?di coppia, le amicizie, il dramma del femminicidio.

L'indeterminatezza dei rapporti investe anche la coppia "legittima" nella quale silenzi, omissioni e menzogne aumentano la scarsa penetrazione di due universi psicologici differenti- maschile e femminile - creando equivoci e fraintendimenti. Il marito, verso cui la protagonista si sente in colpa e al cui sentimento sacrifica il proprio, alla fine non ?migliore di lei. Ma neanche peggiore.

L'ambiguit?emerge e attraversa la vita che, in questo terzo millennio, da reale si fa sempre pi?inarrestabilmente virtuale.

Lo guard?intensamente: per un attimo, un lungo attimo, il mondo si ferm? Una corrente, calda, complice e viscerale, attravers?i loro sguardi, penetr?attraverso gli occhi fino a gi? nella profondit?intima dei loro pensieri. Sembr?che i loro corpi si toccassero e si lasciassero contaminare dall'odore, dal sapore della loro pelle, dei muscoli tesi nel pathos di quell'istante.